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venerdì, giugno 13, 2008

Parte I - Interviasta al Maestro Bolaffio

Navigando per la rete (karate Magazine) ho trovato un intervista al Maestro Bolaffio del 04/12/2007
Ho deciso di condividerla con voi, l'ho divisa in 2 parti:
- Nella prima si parla della sua storia, del KarateDO e dell'insegnamento delle Arti Marziali.
- Nella seconda verranno approfondite le radici e le peculiarità del metodo Makotoakai a la pratica delle altre discipline di matrice cinese.

Di Seguitola prima parte dell'intervista:

Domanda di rito. Come ha iniziato e come si è avvicinato alla pratica del Karate?

Ho iniziato a praticare la Scherma (spada e fioretto) all’età di 5 anni. Quando avevo circa 8 anni, alla fine del nostro allenamento, in una sala adiacente alla sala Scherma, vidi un giovane giapponese vestito di bianco fare dei bellissimi “gesti” nell’aria con una armonia che ricordo mi affascinò in modo addirittura violento. Mi misi spesso a guardarlo seduto in silenzio ed un giorno con un ampio sorriso in un italiano molto stentato mi chiese se volevo “fare un poco con lui”. Non si trattava di un corso, non vi erano altri allievi e nessuno sapeva cosa in realtà stesse facendo quel giovanotto giapponese. Diventai senza saperlo allora un suo allievo. Egli era in Italia per studiare ospite di una famiglia Italiana i cui padri si erano conosciuti per qualche motivo in tempo di guerra. All’inizio neanche riuscivo a capire cosa stessi facendo ma quei movimenti perfetti erano in qualche modo “già conosciuti” e non mi fu più possibile smettere.

Nel corso del tempo, durante i suoi studi, ha incontrato degli insegnanti o dei compagni di allenamento che hanno contribuito direttamente a formare la sua visione del Karate e il suo modo di praticarlo?

Diverse “esperienze Marziali” si sono poi negli anni susseguite, quando in Italia pochi ancora sapevano cosa fosse il Karate Do. Ho avuto la fortuna di praticare ed allenarmi con nomi molto famosi e con sconosciuti di abilità a volte anche superiori. Molti credono che io sia da sempre un “tradizionalista”…niente di più errato. Ho praticato, tra i primi in Italia, il Full Contact con il Maestro e caro amico Jean Paul Pace, ex Nazionale della “grande” Francia, quella di Dominique Valerà per intenderci. Ho avuto la grande fortuna di partecipare invitato ed introdotto dal Maestro Zimmerman di Vienna ad uno Stage di Soke Oyama Masutatsu, che devo dire mi colpii molto per la sua grande carica umana e la precisione delle spiegazioni che niente lasciavano al caso. All’epoca, durante l’estate, mentre gli amici andavano e partivano per vacanze all’insegna del divertimento, io con il mio zaino partivo da solo per l’oriente per cercare chi mi potesse insegnare “di più”. Ricordo bene di aver dovuto vendere la mia moto per comperare il primo biglietto aereo.Ho provato il Kalaripayat in India, la Thai in Tailandia, il Silat, molti stili Cinesi ed ovviamente il Karate ad Okinawa con il Maestro Sugino. Cercavo le “radici” cercavo di comprendere meglio quello che mi era stato detto: le Arti Marziali sono una montagna e la cima è una sola. Credo solo adesso di aver capito e mi considero solo un allievo dei miei Maestri. Dal 1983 l’esperienza con il Maestro Shirai, il Maestro Kase, Il Maestro Enoeda mi ha molto segnato. Nella grande Scuola del Maestro Shirai ho incontrato Maestri e grandi persone, veri amici e non. Il Maestro Maurizio Marangoni poi è stato per me come un fratello maggiore e da lui ho appreso molte verità (a volte anche scomode) che continuo a riportare ai miei allievi. Sono stato Fondatore dell’ISI e suo Vice Presidente, della FIKTA, e di altri enti ed organizzazioni mondiali ed europei. Direttore Tecnico della FESIK e Direttore di Gara Mondiale nella WKC, nonchè fondatore e Direttore Tecnico della FEDIKA dalla quale mi sono ritirato per poter meglio concentrarmi sullo studio del mio metodo, il Makotokai.

Che cosa significa per lei Karate Do?

Escludendo le radici storiche che tutti ben conosciamo, le cose per me stanno così: un bel giorno camminando per una strada tranquilla incontri una persona. “buongiorno, ti dice, il mio nome è Karate Do…tu come ti chiami?” Da qui inizia una conversazione che porta il nuovo amico dopo un po a dirti: “sei una persona interessante, posso unirmi alla tua Via?” Il Karate Do non è una sola Via e non ha un solo significato. Non siamo noi che ci incamminiamo lungo la Via del Karate ma è il Karate Do che segue la nostra Via, nel bene e nel male, gratificandoci con la sua presenza. Il Karate Do è come uno strumento, ad esempio un violino. Molti lo usano bene cercando di imparare a suonare ed alcuni diventano Maestri concertisti e famosi solisti, altri lo lasciano li ad invecchiare o lo fanno diventare un ricordo ed altri poi cercano di trasformarlo in una tavola da surf oppure lo usano per piantare chiodi… Non siamo noi a camminare sulla strada del Karate è impossibile. Esiste solo la Via del Karate che noi crediamo che sia, ma sbagliamo ancora perchè quella è solo la nostra vita ed è il Karate Do che si compiace di seguirci. Esiste solo il significato personale del Karate Do, esso varia da persona a persona. Credetemi, chi ha una opinione precisa sul significato filosofico (non storico) del Karate Do in realtà offre solo la sua interpretazione ed è per definizione un principiante.

Che cosa l’ha portata ad un certo punto della sua vita da marzialista a diventare insegnante?

Il puro caso… Ho studiato Fisica all’università e non ho mai voluto specificatamente diventare un insegnante di Arti Marziali. Confesso che la cosa che mi interessa di più ancora oggi è migliorare la mia tecnica e la comprensione della Vita. L’insegnamento, seppur accurato e consapevole, era un effetto collaterale, come “missione” l’ho completamente accettato solo da pochi anni.

Quale significato ha per lei la parola “maestro”?

Maestro è colui che sà, fà e fa fare. Indica la Via a coloro che la cercano ed aiuta chi rimane indietro. Maestro è colui che non si accontenta di conoscere la tecnica di combattimento ma cerca di comprendere la Vita nella sua interezza. Maestro è chi ha sbagliato più degli altri e quindi può spiegare l’errore. Maestro è colui che impara da tutto ciò che lo circonda, ed infine, Maestro è chi vivendo impara a morire e morendo insegna la vita. Detto tra noi…mi ci sono voluti molti anni di errori per diventare un buon Insegnante, adesso cerco di migliorarmi ancora.

Sappiamo che lei è un uomo di cultura, sempre alla ricerca di nuovi stimoli e di esperienze formative, ci illustrerebbe gentilmente come e perché è arrivato all’elaborazione del suo metodo chiamato “MAKOTOKAI”?

Innanzi tutto Vi ringrazio per non averlo chiamato Stile. Sapeste che piccola baraonda e tempesta mentale genera nei più la parola Stile. Il Makotokai è un metodo di allenamento che è stato creato da me e dai miei allievi negli anni basandosi su molte esperienze personali. La base del Makotoaki è il Karate Shotokan e da esso si parte. Una delle caratteristiche più interessanti del Makotokai è il movimento a “recupero di energia” che consente un grande risparmio energetico ed una maggiore efficacia dei colpi. Questo proviene dal mio studio delle Arti Cinesi con il grande Maestro Ho, dal quale sono stato chiamato Figlio.

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